sabato 13 settembre 2008

Scuola: la lettera di una studentessa

"Questa è la realtà: incivile."
Una voce tra mille.
"17 anni, atrofia spinale, funzionalità rimasta: avambraccio destro" questa sono io. Ma non solo.
"Studentessa del quarto anno, liceo classico " sono anche questo, oltre a molto altro. Come ogni studentessa mi appresto anch'io ad intraprendere un nuovo anno, purtroppo però la mia mente non è occupata soltanto dal pensiero della tipologia di diario da comprare o dei compiti che mi rimangono da fare. Infatti io e la mia famiglia abbiamo ricevuto la "lieta" notizia che quest'anno mi spettano non più 18 ore di sostegno - con le quali non si riusciva comunque a soddisfare totalmente le mie necessità - bensì 9. Praticamente qualcosa in più di un'ora al giorno.
"Quest'anno ci sono stati molti tagli", saprete già grazie alle giornaliere nenie di quotidiani e televisioni .
Mi domando: cosa ci può essere ancora da tagliare in tali situazioni? L'insegnante di sostegno, oltre ad essere un diritto, è una necessità. Il suo ruolo- finalizzato alla copertura delle ore in cui sono costretta a mancare, nonché alla copiatura di appunti, esercizi ecc. per i quali lo sforzo eccessivo potrebbe comportare la totale perdita di forza rimastami al braccio- è irriducibile ed insostituibile. Diversamente dovrei rimanere nella speranza di aiuto da parte dei compagni o dei professori curriculari per semplice solidarietà, ed il mio diritto sfuma per questi cosiddetti "tagli" che umiliano me insieme a tutte le persone con le stesse o similari necessità, infierendo con ulteriori problemi in chi già ne ha molti.
Ed il mio, vi assicuro, è un caso tra molti, un caso che a paragone con altri è quasi niente.
Le giuste proteste che avanzano in questi giorni da parte dei familiari di questi sfortunati ragazzini e di insegnanti da testimonianza alle mie parole.
Questa mia voce tra mille, non per cullarvi nella pausa caffè, ma per rendere nitida una realtà, per tastare con mano.
E' già da tempo che la nostra civiltà da segnali d'inciviltà. Gli animali, e nemmeno tutti, sopprimono il più debole per portare avanti la specie sana e forte.
L'uomo si fa chiamare "animale razionale", ma non mi sembra che il suo comportamento sia adeguato ad una tal definizione.
Anche con problemi, anche se bisognosi di sussistenza, i deboli possono essere più forti dei cosiddetti forti e diventare una risorsa, una potente risorsa.
Non lo sapevano ancora gli Spartani che preferivano gettare i "difettosi" dalla rupe Tarpea o dal monte Taigeto , ma noi lo sappiamo, dovremmo saperlo, se n'è fatta di strada da allora.
Eppure eccomi qua, costretta a scrivere per denunciare uno dei tanti segni d'inciviltà, d'irrazionalità.
So che non cambierà ugualmente nulla dopo queste mie righe, e ciò è triste considerando che ho solo 17 anni, ma una speranza rimane sempre: che qualcuno sappia e pensi.
E so comunque con la stessa certezza, anzi di più (per fortuna), che riuscirò anche quest'anno, che mi sbraccerò più del dovuto per ottenere quello che un mio comune coetaneo ottiene con la metà degli sforzi.
Mi auguro che sia così anche per tutte le altre sfortunate vittime, lo spero vivamente davvero.
Questa tuttavia è la realtà.
P. T.