mercoledì 23 aprile 2008

E la politica scoprì la sicurezza...

Mentre da settimane la politica sembra fare a gara nel proporre soluzioni in tema di sicurezza, non posso esimermi dal notare una sorta di generalizzazione demagogica quanto fastidiosa nell'affrontare, seppure al momento solo a parole, il problema.
Che i cittadini, italiani e non, si sentano meno sicuri e meno protetti, beh, non è necessario ce lo ricordino i partiti; basta girare un po' per le nostre strade... possibilmente senza scorta, per comprendere quanto sia facile rischiare d'imbattersi in scippi o aggressioni.
Tuttavia ho la sensazione si stia cercando una sorta di capro espiatorio, strumentalizzando a dismisura il fenomeno immigrazione. Essere stranieri non significa essere delinquenti. Diciamo piuttosto, senza ipocrisia, che l'ormai consolidata tendenza tipicamente italiana al non rispetto e alla non applicazione della Legge fornisce a chi delinque, la nazionalità c'entra poco, un territorio assai più appetibile di altri dentro il quale agire.
Mi piacerebbe tanto però che accanto alla lotta legittima e sacrosanta alla microcriminalità si dimostrasse il medesimo rigore nei confronti di quella criminalità che non esito a definire "mafiosa", spesso tollerata, in giacca e cravatta, fatta di corruzione, clientelismo, disinformazione, ingiustizia e chi più ne ha più ne metta!
Un sistema che come un cancro ogni giorno violenta, corrode, deruba e mortifica indisturbato le nostre Istituzioni, la nostra cultura, il nostro futuro e la nostra libertà.

1 commento:

Anonimo ha detto...

in effetti ci pensavo anche io... è un bel tema questo. ho letto un bel post (come sempre d'altronde) riguardo il problema della sicurezza e la percezione dell'altro sul blog Zona San Siro
(speriamo che il link funzioni!)

ciao!