martedì 26 febbraio 2008

Viva la Rai...

Cercare di comprendere la realtà tributaria italiana non è certo cosa
semplice, lo sanno bene i contribuenti. Appare tuttavia quanto meno
assurdo, se non addirittura inaccettabile, l'invito al pagamento del
Canone Rai anche per i possessori di personal computer o di
videofonini.
La norma che disciplina la materia, non ridete, è un ormai sbiadito
Regio Decreto del 1938 che non parla neppure di tv, ma di
radioaudizioni!
Come è stato fatto notare in un interessante articolo apparso ieri su
Repubblica: "la funzione principale e spesso esclusiva di questi
apparecchi non è quella di ricevere programmi televisivi, bensì
comunicazioni telematiche o telefoniche".
Forse qualcuno finge di non sapere che per poter accedere alla rete
occorre già pagare un canone a un provider?
Non sarebbe meglio che lo Stato e Mamma Rai si preoccupassero un po'
di più di migliorare la qualità dell'offerta televisiva pubblica, e
un po' meno dei compensi milionari elargiti a conduttori, veline e
compagnia?

martedì 19 febbraio 2008

I nuovi eroi del Niente

Sono giovani, anzi giovanissimi, talvolta così giovani da non essere neppure perseguibili penalmente, ma con addosso un carico di aggressività e rabbia da far paura. Sono i protagonisti di quel fenomeno psicologico e sociale che porta il nome di bullismo.
Non passa giorno in cui i media non diano notizia di odiosi episodi di violenza accaduti per mano di ragazzetti imberbi, forti soltanto quando in gruppo e agnellini spaventati pronti a cercare l'aiuto di mamma e papà quando finiscono nei guai.
Dove sono le istituzioni, scuola e famiglia in particolare? E per scuola e famiglia non intendo quelle entità astratte sempre chiamate in causa dalla politica quando fa comodo, bensì insegnanti e operatori, padri e madri che forse dovrebbero iniziare ad occuparsi sul serio dei loro alunni e dei loro figli, magari delegando un po' meno e provando a non far ricadere sempre le responsabilità su questa società che non funziona come dovrebbe, sul consumismo, sulla tv, su internet, sul telefonino e così via.
Non v'è dubbio che quello del genitore, da sempre non sia il mestiere più facile, ma voler soltanto guardare al problema, diciamolo, qualche volta con troppo perdonismo da parte di certe correnti educative, non sembra produrre grandi risultati.
Anche in questi giorni le cronache ci parlano di un tredicenne letteralmente perseguitato e picchiato da un paio di suoi compagni soltanto per una passione artistica probabilmente giudicata poco virile come la danza classica.
 

mercoledì 13 febbraio 2008

I Nuovi Crociati

Che questa politica avesse ormai ben pochi valori da trasmettere, beh, lo avevamo capito già da tempo, ma direi che adesso davvero si sta raschiando il fondo!
Gli argomenti per convincere elettrici ed elettori a votare da questa o quella parte sembrano non essere più l'economia, i salari che non aumentano, il costo della vita che invece aumenta eccome, la lotta all'evasione fiscale, la ricerca scientifica, il conflitto di interessi, l'assetto radiotelevisivo, il rispetto della legalità, qualche piccola riforma istituzionale (magari una nuova Legge Elettorale... non domandiamo troppo) e chi più ne ha più ne metta.
No, oggi la competizione elettorale sembra giocarsi tra chi è antiabortista e chi invece lo è di più!
Quanta disonestà intellettuale! Quanta ipocrisia!
Come ha ben scritto una lettrice su questo blog: "il nostro è un paese col più basso tasso di natalità, certo non per aborto". Perchè non dire allora che gli anticoncezionali piacciono anche ai cattolici e non soltanto a noi miscredenti? Perchè non dire che le ragioni del nostro essere uno fra i paesi col più alto numero di anziani va ricercato altrove?
E perchè infine non dire che i milioni di bambini morti nel mondo ogni anno non vengono uccisi dalle interruzioni volontarie di gravidanza bensì dalla fame, dalla miseria e dalle guerre?
Ciò che mi rattrista è il fatto che forse, rispetto a questo cosiddetto Nuovo che Avanza, la tanto bistrattata "Prima Repubblica" ha saputo, trent'anni fa, affrontare con più serietà e rispetto argomenti così importanti.
Chissà se tra poco qualcuno comincerà a porre in discussione anche il divorzio...!

mercoledì 6 febbraio 2008

Giornata per la Vita... e ancora polemiche!

Lo so, sarebbe più semplice parlar d'altro, ad esempio delle prossime elezioni…

I giornali e le tv in queste ore non stanno facendo altro!

Invece no, non è di sfide tra destra e sinistra che mi interessa parlare, non è il copione ormai consunto di una politica neppure più capace di convincere se stessa ad interessarmi in questo momento.

L'argomento che mi preme affrontare riguarda l'ultima tirata di Benedetto XVI all'Angelus di domenica scorsa su aborto ed eutanasia in occasione della Giornata per la Vita. Presa di posizione per altro ben nota e legittima, ma che non manca di suscitare in me un certo disagio.

Vita… già, intanto mi piacerebbe sapere dagli uomini di Chiesa, lo dico da agnostico e senza alcun intento polemico, che cosa essi intendano quando si parla di vita, se il semplice fatto di un corpo il cui cuore batta, non importa se spontaneamente o per mezzo di una macchina oppure qualcosa di più!

E ancora: chi può assumersi davvero il diritto di sentenziare, assolvendo oppure condannando quelle che sono questioni che attengono solamente alle singole coscienze?

Non mi piacciono i facili giudizi la cui ragion d'essere deriva più da un cieco dogmatismo religioso ma, diciamolo pure anche laicista, piuttosto che dall'esperienza e dal confronto diretto con l'umana sofferenza.

Credo che scegliere o dover scegliere di porre termine a una gravidanza, così come scegliere o dover far scegliere di staccare la spina rappresentino ferite talmente profonde nell'interiorità di chi le vive, da non consentirci altro che non sia una riflessione pacata e ragionata piuttosto che una caccia al peccatore.

Sia chiaro, in uno Stato Laico la Chiesa Cattolica, così come qualsiasi altra Chiesa è libera di esprimere i propri valori e i propri precetti, ma fuori dai palazzi della politica, primo fra tutti il Parlamento, luogo questo dove le leggi scritte devono rappresentare tutti i cittadini, qualsiasi siano le fedi o le convinzioni morali che li animano.

Quanto infine al documento degli atenei romani sulla rianimazione dei feti anche senza il consenso della madre, beh, mi piacerebbe che i medici potessero essere posti nelle condizioni di considerare più la qualità della vita di chi viene al mondo piuttosto che la sua mera sopravvivenza.