giovedì 6 dicembre 2007

Xenofobia: non sottovalutiamola!

In tema di immigrazione stiamo assistendo ormai sempre più di
frequente a prese di posizione da parte di molti politici locali, in
particolare del Nord Est che non esito a definire sconcertanti.
Borse di studio negate a cittadini extracomunitari, niente case a chi
non ha un reddito adeguato, esortazioni a cambiare paese rivolte agli
italiani nei display informativi elettronici comunali e chi più ne ha
più ne metta. Il tutto ovviamente nel nome di quel valore che è la
sicurezza! Ma sicurezza di chi? Di tutti o soltanto di noi italiani
doc? Mi piacerebbe una volta per tutte si provasse a distinguere con
onestà intellettuale, l'esigenza senza dubbio reale di far rispettare
la legalità, dalle pericolose criminalizzazioni generalizzate, che
sanno tanto di propaganda d'infimo ordine, buona forse solo a coprire
le manchevolezze di una classe politica sempre meno credibile,
litigiosa e incapace di fornire risposte. La sicurezza si garantisce
scrivendo, ma soprattutto applicando leggi giuste, in grado di
perseguire la criminalità in quanto tale, senza distinzioni di razza o
cittadinanza, ma anche favorendo con ogni mezzo, pari opportunità in
primis, i processi di integrazione di quei cittadini che giungono da
altri paesi, non soltanto dell'Unione.
Non mi piacciono coloro che ipocritamente in nome delle regole
dell'economia e della globalizzazione vorrebbero far lavorare gli
extracomunitari in Italia, magari sottopagati o addirittura in nero, e
a fine turno rispedirli nei loro luoghi d'origine.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Credo tu abbia ragione. Aggiungo, tuttavia, un paio di considerazioni. Purtroppo, in Italia si è diffusa l'abitudine a non dare peso alle parole. Se qualcuno "la spara grossa", siamo pronti a ridere, a giustificarla come una battuta o una provocazione. Dimenticando che le battute sortiscono un effetto maggiore, amplificato, quando vengono dalle labbra di un personaggio pubblico. Che sono una implicita autorizzazione a riprendere quei toni e quei modi. Gli uomini politici dovrebbero essere un esempio di educazione, ma spesso non è così. Purtroppo certuni (penso specialmente alla Lega e a Berlusconi) si sentono autorizzati a dire qualsiasi cosa, per poi magari ritrattarla. Contribuendo, così, da un lato a far apparire poco seria la politica (che già soffre di scarsissima credibilità), dall'altro a diffondere lo stesso comportamento presso una popolazione che già di per sé difetta di senso civico.
Di contro, credo che stigmatizzare il fenomeno xenofobia non sia sufficiente. L'insicurezza diffusa non va semplicemente condannata, credo vada analizzata e contrastata con risposte concrete. Penso sia giusto riconoscere che questi sindaci esprimono (in modo sbagliato, certo, e accrescendolo anziché placarlo) un disagio presente tra la popolazione. Temo che dire che sono i soliti leghisti, mentre loro si propongono come paladini della giustizia, faccia solo crescere la solidarietà nei loro confronti. Toccano delle corde sensibili; bisognerebbe riuscire a dare risposte alternative ma vere, avvertite come altrettanto efficaci.