A poche ore dalla caduta del Governo non v’è politico o partito che oggi non proponga la sua ricetta per curare i malanni italiani.
- Per il bene del Paese è meglio andare al voto… - per il bene del paese occorre un governo tecnico… - per il bene del paese occorre fare le riforme…
Di fronte al tutt’altro che incoraggiante spettacolo offerto dalla politica negli ultimi giorni fino alla vergognosa gazzarra di ieri in senato (al confronto i rifiuti in Campania sembrano un salubre prato di montagna), sul serio qualcuno vuole ancora farci credere d’aver a cuore gli interessi di noi cittadini?
Siamo seri: sappiamo tutti che non saranno né una legge elettorale prodotta alla spicciolata da un governo di transizione che dovrà per forza di cose cercare di mettere d’accordo tanto i grandi quanto i piccoli partiti, né tanto meno i prossimi possibili miracoli di Mister B a restituire dignità e credibilità alla nostra Italia.
Forse sarebbe un bel gesto da parte di tutti fermarsi e provare a riflettere sui veri mali che da troppo tempo affliggono la vita pubblica: mi riferisco per esempio alla sempre più diffusa disonestà intellettuale di molta stampa e al sempre più carente senso del bene comune. Male quest’ultimo tuttavia che non riguarda soltanto i politici ma anche parecchi cittadini.
So bene che a cambiare governo ci si impiega meno che a cambiare una cultura, ma forse è soltanto da qui che si potrà giocare la vera sfida sul futuro.
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